Si tratta di un gruppo di studentesse e di studenti che, con adesione volontaria, vivono in maniera profondamente partecipata, uno dei più importanti passaggi della loro vita.

Si legge nella Homepage del loro sito web «La vera rivoluzione è nelle persone, non negli strumenti". Ci impegniamo per portare idee e contribuire attivamente all'innovazione scolastica».

L'esperienza BanzHack è una sorta di laboratorio permanente del cambiamento e rende possibile quel legame tra Scuola, Università e Lavoro attraverso lo sviluppo delle più sotterranee e basilari competenze trasversali.

Possiamo certamente sottolineare che lo scorrere delle esperienze in BanzHack sono, preparatorie, allenanti, rispetto alle future prove che i nostri giovani dovranno affrontare nel prosieguo della loro vita.

Quanto richiamato nelle linee guida del MI sui “percorsi per le competenze trasversali per l’orientamento”, in più riprese, per quanto concerne le competenze trasversali, risuona in BanzHack: «Emerge, quindi, la necessità di potenziare la centralità dello studente nell’azione educativa, di incrementare la collaborazione con il contesto territoriale e di predisporre percorsi formativi efficaci, orientati a integrare i nuclei fondanti degli insegnamenti con lo sviluppo di competenze trasversali o personali, comunemente indicate nella scuola e nel mondo del lavoro come soft skill.

La scuola, quale attore fondamentale della comunità educante, deve sviluppare, quindi, un’azione didattica integrata, mirata a favorire e potenziare le connessioni tra gli apprendimenti in contesti formali, informali e non formali, valorizzando l’aspetto emotivo e relazionale come parte sostanziale del processo di formazione, nel quale apprendere, partecipare, comunicare, socializzare, condividere, sperimentare e scoprire costituiscono elementi essenziali del processo educativo, garantendo lo sviluppo delle competenze chiave per l’apprendimento permanente».

BanzHack vide la luce nel Liceo Scientifico Banzi Bazoli di Lecce (LE) nel 2013, prima dell’arrivo della legge che promuoveva la digitalizzazione nelle scuole (legge 197 del 2015).

Fu così accolta l'opportunità di formare i docenti e di fare in modo che il processo avvenisse nel minor tempo possibile. La visione fu quella di coinvolgere i migliori candidati per assolvere a questo compito: i nativi digitali.

Cofondatori furono un docente, Antonio Lezzi, insieme ad uno studente, Andrea Carriero.

Nacque così una squadra interna, non formata da esperti specializzati, bensì da liceali curiosi, creativi, con gli occhi sul mondo del futuro, capaci loro stessi di cercare soluzioni, agire per rendere la scuola un posto migliore.

“Hack” in BanzHack non sta per hacking, cioè capacità di violare un sistema informatico. Il termine indica, invece, sì ricerca, ma per immaginare/risolvere un problema, pensando fuori dagli schemi.

Perché no! Why not fu il primo lavoro, prodromico della nascita BanzHack. La voglia di prendere parte ai processi e al cambiamento delsistema scuola era nell'aria.

Oggi BanzHack racccoglie circa un centinaio di studentesse e studenti impegnati su più fronti. Un numero che cresce di giorno in giorno.

BanzHack è il cambiamento che non ti aspetti. Studentesse e gli Studenti in BanzHack varcano la soglia come Ragazzi e Ragazze e diventano presto Donne e Uomini, artefici del loro futuro.

BanzHack è presente, con le sue produzioni e iniziative, in Atlante dell'Istituto Treccani con la sua BLIBER (l'app di book sharing) e nella Biblioteca Nazionale dell'Innovazione di INDIRE con BanziNotes.

Per comprendere l'integrazione con il sistema Scuola, la profondità delle azioni del gruppo è necessario navigare nel sito di BanzHack.

Basti pensare con il progetto di Peer Education, BanzHack guida il Liceo Banzi nell'idea "Apprendimento Autonomo e Tutoring" di INDIRE, per la quale il Banzi è l'unica scuola capofila del Paese.